Guai ai poveri
«Ed ecco che, in men che non si dica, tu sei diventato lui!»
Mercoledì 1 febbraio esce in tutte le librerie, per la collana i Ricci, Guai ai poveri. La faccia triste dell’America, di Elisabetta Grande.
L’autrice propone in questo saggio un’analisi della situazione della povertà negli Stati Uniti d’America, motivo di riflessione sull’evoluzione del fenomeno anche nel nostro Paese e sugli interventi da attuare.
Il Libro
«Il nuovo povero sta sulle scale di casa quando esci, lo trovi con il bicchiere di carta in mano fuori dal ristorante […] o sta gettato sul marciapiede […] lungo la strada che percorri per raggiungere il teatro». Gli Stati Uniti attuano quotidianamente politiche di criminalizzazione della povertà, al fine di cancellare dalla vista delle persone perbene queste immagini. Il delirante sistema americano, coadiuvato dalla globalizzazione e da una società basata sui consumi, rende i ricchi sempre più ricchi sulle spalle dei poveri. Nel momento in cui la povertà diventa estrema, lo stesso sistema rende l’homeless, «il più povero fra i poveri», un nemico pubblico passibile d’arresto, riducendo per legge i suoi tentativi di sopravvivere in altrettanti «reati contro la qualità della vita».
Sinossi
Chi sono i poveri? Come sono diventati tali? Nella prima parte il saggio mette in luce come la povertà, oggi, sia il «frutto delle scelte politiche e dell’intreccio fra mercato e diritto». L’autrice evidenzia il clamoroso fallimento della trickle down economy, in cui la ricchezza anziché allargarsi a tutti, sgocciolando dai più ricchi ai più poveri, crea ancora più divario di classe. Elisabetta Grande si scaglia contro un sistema di gestione della povertà che produce effetti devastanti al limite della disumanizzazione. Per capire come la situazione sia degenerata fino a questo punto, il saggio ripercorre la storia del sentire comune nei confronti dei senza casa. Secondo l’autrice, ad una prima fase di empatia e solidarietà ne seguì una di «stanchezza nel provare compassione», nel momento in cui fu evidente che non si trattava di una situazione temporanea. Al giorno d’oggi si ha invece un approccio di sfruttamento del povero: «Trattato come la spazzatura il cui smaltimento è redditizio per chi lo realizza, chi non ha, diventa, ancora una volta, una risorsa per chi ha […] in modo che la sofferenza del più debole possa essere fonte di guadagno per il più forte».
L’autrice
Elisabetta Grande, insegna Sistemi giuridici comparati all’Università del Piemonte Orientale. Da oltre vent’anni studia il sistema giuridico nordamericano e la sua diffusione in Europa. Fra le sue pubblicazioni: Il terzo strike. La prigione in America (Sellerio, 2007); Imitazione e diritto. Ipotesi sulla circolazione dei modelli (Giappichelli, 2000, trad. portoghese 2009) e la curatela di Le forze vive del diritto: un’introduzione all’antropologia giuridica di L. Nader (Esi, 2003).