All’armi son fascisti!
La testimonianza di un partigiano e il monito ai giovani: il fascismo può tornare.
Mercoledì 13 marzo, per Edizioni Gruppo Abele, esce in tutte le librerie All’armi son fascisti!, libro postumo di Gastone Cottino, scomparso nel gennaio 2024 all’età di 98 anni. Una lettera da un partigiano alle nuove generazioni, per testimoniare i danni del fascismo di ieri e riconoscere i segni dei fascismi di oggi.
Passare il testimone
Gastone Cottino – nome di battaglia Lucio – è stato un giurista e un partigiano, unitosi alla Resistenza torinese a diciotto anni. Dopo la Liberazione, per tutta la vita ha scelto di incontrare i giovani che sono nati dopo di lui, per metterli in guardia e passare il testimone. E negli ultimi anni della sua vita ha avuto chiara la percezione del concreto e incombente pericolo di un ritorno del fascismo e dell’insufficienza delle risposte della società e delle forze democratiche che, anzi, con la loro inerzia e i loro cedimenti quel ritorno avevano favorito.
«A differenza che negli anni Trenta e nei primi anni Quaranta del secolo scorso, noi sappiamo tutto. Conosciamo sia la storia che l’attualità del fascismo. Sappiamo tutto della Resistenza». Eppure, malgrado questa conoscenza enciclopedica, Gastone aveva dubbi sulla reazione degli anticorpi democratici nel nostro Paese. Lo vedeva nella freddezza con cui l’opinione pubblica si relaziona alle notizie di chi muore in mare; lo osservava nelle risposte tiepide che le forze di sinistra danno quando vengono meno i principi democratici; addirittura lo confermava il fatto che al Governo fosse arrivato un partito che, nel suo stesso simbolo, vede bruciare la fiamma tricolore di mussoliniana memoria.
Un ripasso di antifascismo
«Alla soglia dei miei cent’anni (ne ho compiuti 98), un gruppo di ragazzi e ragazze mi ha chiesto un incontro ponendomi una domanda inquietante, che riassume il problema di oggi: “Tu hai partecipato alla Resistenza e alle tappe successive della Repubblica. La tua generazione e quelle immediatamente successive hanno avuto dei valori chiari a cui guardare e delle persone di riferimento. Noi a chi e a cosa facciamo riferimento?”». All’armi son fascisti! è un appello rivolto innanzitutto alle giovani generazioni, come dimostrano queste primissime parole del libro. Giovani che sono i soli e le sole in grado di contrastare la deriva dei nuovi fascismi. Giovani che, però, hanno bisogno di punti di riferimento e di memoria.
Si tratta di un libro postumo, nato dai dialoghi fra Gastone Cottino con suo fratello, Amedeo, il politologo Marco Revelli e il giudice Livio Pepino tenuti fino alla primavera del 2023: «L’intensità e la modernità delle analisi di Gastone – scrive Pepino nella nota al testo – mi indussero a trascriverle e a organizzarle in un piccolo libro destinato soprattutto ai giovani, ma occasione di un utile ripasso per tutti». Il volume è la testimonianza di un partigiano, che il fascismo l’ha combattuto con le armi, e un invito alle forze politiche, e alle persone intimamente democratiche ad aprire gli occhi: il fascismo non è battuto per sempre, può tornare. Tocca a noi, tutte e tutti noi, tenere sempre la guardia alta.
L’autore
Gastone Cottino nasce a Torino l’8 febbraio 1925. All’età di 18 anni, dopo l’8 settembre 1943, si unisce alla Resistenza torinese contro il fascismo nelle file dei Giovani liberali. Entra poi nella Squadra di Azione Patriottica “Mingione” con il nome di battaglia Lucio. Il 26 aprile 1945 è tra i partigiani che assaltano e liberano il palazzo comunale di Torino. Giurista, docente universitario, socio dell’Accademia delle Scienze di Torino e membro dell’Accademia dei Lincei. Da sempre socio dell’ANPI, nel 2023 contribuisce attivamente alla fondazione del Coordinamento Antifascista di Torino. Muore a Torino il 4 gennaio 2024 all’età di 98 anni.