Arte è liberazione
Venti regioni e venticinque secoli per interrogarci sul qui e ora
Mercoledì 16 settembre, per Edizioni Gruppo Abele, arriva in libreria Arte è liberazione, di Tomaso Montanari e Andrea Bigalli. Una raccolta fotografica di venti opere d’arte, una per ogni regione italiana, è lo spunto per raccontare le società, i popoli e il loro percorso di liberazione e di coscienza.
L’arte contro la morte
«Bellezza è verità, verità è bellezza» recitava Keats nel 1819 contemplando l’arte senza tempo di un’urna greca. Tomaso Montanari e Andrea Bigalli – storico dell’arte il primo, sacerdote, attivista e giornalista il secondo – si confrontano anch’essi con l’arte, la bellezza e la verità. Le venti opere d’arte scelte – da nord a sud, una per ogni regione – sono pretesto e spunto di confronto e incontro fra visioni e mondi diversi. Ognuna racconta qualcosa della società che l’ha generata, ma anche di quelle che sono venute dopo. «L’emozione e l’incanto che proviamo di fronte a certe opere d’arte nasce dal fatto che in esse sentiamo il fremito della vita che esce dal guscio, s’interroga, cerca una direzione», dice don Luigi Ciotti nella prefazione al libro: un’arte viva, non “pezzi da museo” ma rappresentazioni cross-mediatiche attraverso cui leggere il presente. L’arte come alleata dell’umano «contro la morte», una finestra aperta che ci obbliga a fermarci, a prenderci del tempo e, soprattutto, porci qualche domanda.
Perché un libro sull’arte
Contro la narrazione dell’arte come appannaggio di pochi ricchi che possano permettersi di apprezzarla e, anche, di possederla, Arte è liberazione raccoglie opere artistiche lungo venticinque secoli di storia e le cala nel qui e ora. In questo modo la Maddalena penitente di Antonio Canova diventa aggancio per parlare dello sguardo patriarcale degli uomini sul corpo femminile; il ritratto di Francisco Goya a un morente Luis di Borbone è occasione per osservare la decadenza del potere e riflettere sulla morte; Lucania ’61 di Carlo Levi denuncia i mali della politica fatta di marketing, slogan e inganni – e sessant’anni dopo pare non essere cambiato nulla. Persino i murales del 2016 a Orgosolo, in Sardegna, ci parlano di Gramsci e della sua rivoluzione politica e culturale, di fascismo e di resistenza. E ancora il Masaccio in Toscana, i Bronzi di Riace in Calabria, passando per gli affreschi della cripta dell’abate Epifanio in Molise e la cattedrale di San Cataldo a Taranto.
Materiali, stili, epoche e mani diverse che raccontano qualcosa del tempo che era e di quello che è oggi. Non un libro d’arte ma sull’arte, perché «se si impara a guardare in un certo modo, si vedono le cose come potrebbero essere, non solo come sono».
Gli autori
Tomaso Montanari insegna Storia dell’arte moderna all’Università per stranieri di Siena. Partecipa al discorso pubblico sulla democrazia e i beni comuni con libri, saggi, articoli e interventi anche sui mezzi televisivi e sui social. Per Edizioni Gruppo Abele ha scritto Cassandra muta. Intellettuali e potere nell’Italia senza verità (2017).
Andrea Bigalli è un prete e parroco fiorentino, docente all’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Toscana e socio dell’Associazione Teologica Italiana. Giornalista pubblicista, è critico cinematografico e collabora con Radio Toscana e altre testate. È referente regionale di Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie.