Elogio delle tasse
«Se è vero che le tasse sono troppo alte, è falso che lo siano per tutti»
Mercoledì 17 febbraio, per Edizioni Gruppo Abele, esce in libreria Elogio delle tasse, di Francesco Pallante.
Un libro che smonta tutte le fake news sulle tasse e spiega perché pagarle – tutte – è l’unico modo per mantenere uno Stato funzionante che assicuri i diritti di tutte le persone.
Ricchi troppo ricchi
«Le tasse e la morte. In un mondo che si fa ogni giorno più difficile, residua una sola certezza: l’impossibilità di sfuggire alle due supreme sciagure dell’esistenza umana». L’incipit di Elogio delle tasse è provocatorio al punto giusto. Anche se il costituzionalista Francesco Pallante lascia intendere che qualcuno, non riuscendo ancora a fuggire alla morte, riesce invece a mettere un freno alle tasse. Durante la lettura si scopre così che i primi tre miliardari italiani possiedono più ricchezza del 10% della popolazione più povera, ovvero 6 milioni di persone.
Una stortura che ha le sue radici non solo in una polarizzazione del sistema economico moderno, ma anche in una tassazione squilibrata, in barba all’articolo 53 della Costituzione che sancisce i criteri di progressività del sistema tributario. «Diciamolo chiaramente: se i ricchi sono diventati così ricchi, e i poveri così poveri, è (anche) perché da troppi anni ai primi non viene più chiesto di corrispondere in imposte quanto costituzionalmente previsto», scrive Pallante.
Rivoluzione tributaria
In Elogio delle tasse l’autore esplora il dipanarsi del patto sociale fra cittadini e Stato: un accordo fra le parti che passa anche attraverso la relazione tributaria. Da sciagura dell’esistenza umana, pagare le imposte diviene atto etico ma anche altruistico, che assicura servizi, cure e welfare non solo a chi le paga ma anche a chi non può permetterselo.
Le tasse – fatte bene, che per l’autore significa progressive – diventano anche strumento per ridistribuire il carico fiscale, chiedendo di più a chi ha di più. Un concetto già chiaro nel 1973, ricorda Francesco Pallante, quando alla nascita dell’Irpef lo scaglione massimo prevedeva un’aliquota del 72%: oggi qualcuno lo definirebbe un esproprio bolscevico!
Per questo in Elogio delle tasse Francesco Pallante smonta le fake news tipiche di certo dibattito politico – dalla flat tax all’abbassamento dei tributi tout court, dalla patrimoniale alle tasse sulla successione – e riporta l’attenzione sulla situazione del Paese reale e i suoi squilibri.
L’obiettivo, per Pallante, dovrebbe essere la ricostruzione di una fiducia autentica nello Stato: «Solo un radicale ripensamento degli squilibri esistenti, una vera e propria rivoluzione tributaria costituzionalmente improntata alla giustizia sociale, potrebbe assicurare ai suoi fautori la forza necessaria a spezzare le catene dell’ingiustizia imperante». E nel farlo abbattere evasione fiscale, illeciti e tante altre distorsioni che affliggono il nostro Paese.
Francesco Pallante, l’autore
Francesco Pallante è professore associato di Diritto costituzionale presso l’Università degli Studi di Torino. Oltre ad articoli e saggi su riviste giuridiche, ha pubblicato Per scelta o per destino. La costituzione tra individuo e comunità (Giappichelli, 2018) e Contro la democrazia diretta (Einaudi, 2020). Collabora con il manifesto.