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Comunicato stampa | Cittadini senza politica. Politica senza cittadini

Cittadini senza politica. Politica senza cittadini

Il prossimo 11 febbraio esce per i Ricci delle Edizioni Gruppo Abele il nuovo libro di Valentina Pazé Cittadini senza politica. Politica senza cittadini.

Il libro

«Siamo alla fine della democrazia rappresentativa, fondata su un rapporto di osmosi tra i cittadini e i loro rappresentanti?»

La domanda, sottoposta dall’autrice all’attenzione dei lettori, trae origine dalla sua convinzione che ormai il significato classico del termine cittadinanza sia andato perduto nella percezione comune. «Cittadino» è una parola antica, che da Aristotele fino ai giorni nostri ha sempre indicato chi prende attivamente parte alla vita politica.
Se ci si attiene all’accezione classica del termine, la prima parte del titolo di questo libro – Cittadini senza politica – risulta contraddittoria e priva di senso. In realtà tale contraddizione è solo apparente, dal momento che al giorno d’oggi la società civile è popolata non da citoyen, ma da bourgeois: individui atomizzati, isolati l’uno dall’altro, dediti essenzialmente alla ricerca del proprio utile. E, dunque, ecco spiegati sia l’origine della sfiducia, del disinteresse e del disgusto sempre più diffusi nei confronti della politica, sia la crescente autoreferenzialità e autosufficienza di chi della politica ha fatto una professione.
L’altra faccia dei cittadini senza politica è, allora, la politica senza cittadini: la politica che si dice democratica, ma che forza e distorce le regole basilari della democrazia previste dalla Costituzione. L’Italia di questi anni è davvero paradigmatica: da un lato la bulimia delle riforme, l’enfasi sul cambiamento e sulla velocità; dall’altra il sostanziale allineamento alle richieste degli organismi sovranazionali, in parte subìto, in parte usato come comoda copertura per decisioni altrimenti difficili da far digerire a chi paga i costi della gestione liberista della crisi.

Sinossi

Gli elettori disertano le urne, i partiti si svuotano di iscritti e di militanti, la fiducia nelle istituzioni è ai minimi termini. In sintesi, i cittadini sono senza politica. In parallelo, la politica sembra non avere bisogno dei cittadini e risponde alla loro disaffezione con «riforme» decise da una stretta oligarchia politico-economico-finanziaria spesso sovranazionale.
Ciò pone una domanda di fondo: siamo alla fine della democrazia rappresentativa? La risposta è prematura, trattandosi di un’invenzione tutto sommato recente. Ma certo, in questo momento non ci sono molte ragioni per essere ottimisti. La possibilità di una ripresa, o di un nuovo inizio, dipenderà dal fatto che le strade dei cittadini e quelle della politica tornino, in qualche modo, a incontrarsi.

L’autrice

Valentina Pazé è ricercatrice di Filosofia politica presso l’Università di Torino. Si è occupata, in una prospettiva teorica e storica, di comunitarismo, multiculturalismo, teorie dei diritti e della democrazia. Tra le sue pubblicazioni: Il concetto di comunità nella filosofia politica contemporanea (Laterza, 2002); Comunitarismo (Laterza, 2004); In nome del popolo. Il problema democratico (Laterza, 2011). Per Edizioni Gruppo Abele ha curato con M. Bovero Diritti e poteri (2013).

IL LIBRO

Cittadini senza politica. Politica senza cittadini
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