Un ebreo contro
«Io sono orgogliosamente estremista»
Mercoledì 5 maggio, per Edizioni Gruppo Abele, esce in libreria Un ebreo contro, libro intervista a Moni Ovadia a cura di Livio Pepino. Un dialogo che attraversa sessant’anni di attivismo politico, culturale e artistico di un testimone importante del nostro tempo.
Fra ebraismo e marxismo
«Moni Ovadia: ebreo, musico, teatrante, sempre dalla parte degli ultimi, spesso controcorrente». Così Livio Pepino introduce il suo interlocutore nelle primissime righe di questo denso libro-intervista, delineando argutamente un personaggio spesso difficile da inquadrare.
Un ebreo contro prende il via proprio dal rapporto fra Ovadia e l’ebraismo: «L’ebraismo è stato ed è per me, sia pure a fasi alterne, una fonte inesauribile di formazione umana ed etica». Moni Ovadia racconta la sua formazione, umana e intellettuale, e il percorso che l’ha portato dall’ebraismo all’illuminismo moderno fino al marxismo. «Non ti sembri strano – sottolinea – ci sono tante coincidenze nella vita! Marx era nipote di un rabbino…». In un gioco di rimandi e riferimenti, maestri e allievi, Moni Ovadia ci racconta i legami storici e filosofici fra comunismo ed ebraismo, ritrovando in entrambi l’universalismo ma anche la centralità e il riscatto degli ultimi. Un punto di partenza ineludibile per comprendere la sua carriera artistica.
Musica, teatro, politica
Un percorso artistico che comincia dalla musica tradizionale, dai Cantacronache «di cui sono stato discepolo e amico» fino alla fondazione degli Ensemble Havadià, gruppo musicale che si muove fra song brechtiano e cultura yiddish. Fondendo canzone e teatro, Ovadia si reinventa nella figura di musicista attore: racconta così le tournée internazionali e la genesi del suo spettacolo più conosciuto, Oylem Goylem (Il mondo è scemo, in lingua yiddish). Lungo l’intervista ripercorre le tappe fondamentali della sua carriera, i compagni di strada che l’hanno segnato – Jannacci, Dario Fo, Fausto Amodei, don Andrea Gallo e molti altri – e la continua evoluzione del suo registro stilistico. Ma trovano spazio anche temi molto più politici.
Si parla infatti di dignità umana, discriminazioni e razzismi, Salvini e le destre: «Non può esistere dignità sociale o collettiva senza dignità individuale della persona». Profondamente di sinistra, eletto anche europarlamentare per L’Altra Europa con Tsipras, Moni Ovadia ammette che per lui la politica oggi sia morta, uccisa da autoreferenzialità e disinteresse al mondo reale, e che la sinistra «vive ormai solo più nel cuore dei militanti». Un giudizio drastico e senza appello. Come drastica è anche la sua opinione su Israele e le sue politiche persecutorie e reazionarie verso i palestinesi, cui è dedicato l’ultima parte del libro-intervista e che segna il suo rapporto con la comunità ebraica italiana.
Un ebreo contro è un volume denso, un’occasione per conoscere il percorso sfaccettato di un artista in continua sperimentazione e ricerca. Uno sguardo sensibile sul mondo e le sue contraddizioni, una critica feroce e spesso ironica al presente, e un invito a riscoprire empatia ed umanità. E, perché no, allegria!
Gli autori
Moni Ovadia è attore, musicista, teatrante e scrittore. Autorevole esponente della cultura yiddish nel nostro Paese è da sempre impegnato sul piano politico dalla parte degli ultimi e in difesa dei diritti fondamentali di tutte e tutti.
Livio Pepino, già magistrato, è direttore editoriale di Edizioni Gruppo Abele. È autore di numerosi saggi sulla giustizia e la società: per Edizioni Gruppo Abele è autore di Il potere e la ribelle, insieme all’amico e collega Nello Rossi, sul tema del rapporto fra la giustizia umana e le leggi superiori dell’etica.