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Un trattato sull’evoluzione storica e sociale del consumo di droghe e sostanze e sulle scoperte più innovative sul tema: la dipendenza non è solo una questione biologica, e l’addiction non è l’unico risultato possibile.
«Le droghe sono considerate da ogni genitore il maggior pericolo in cui può incorrere il proprio figlio quando inizia ad avviarsi sulla strada dell’autonomia». Inizia con queste parole il saggio di Henri Margaron, contributo illuminante all’analisi del rapporto tra consumo di droghe, implicazioni sul cervello e dipendenza. Le più recenti scoperte nel campo delle neuroscienze hanno ormai messo in discussione l’esistenza di qualche particolare struttura cerebrale suscettibile di essere messa “in tilt” dal consumo di sostanze, aprendo così la strada a una nuova narrazione su droghe e dipendenze. Se il fulcro delle straordinarie capacità del nostro cervello non risiede nella sua struttura, ma nel modo in cui apprendiamo continuamente dall’interazione con il contesto e con le altre persone, non è più plausibile identificare nel mero consumo la causa della dipendenza, né nella sua proibizione la sola via per proteggere i più giovani. Occorre invece indagare a fondo il modo in cui le droghe, o alcuni comportamenti, possono condizionare questa interazione e interferire con la formazione della personalità. E occorre promuovere esperienze emotivamente gratificanti e costruttive, in grado di rappresentare un’alternativa credibile e di senso nella vita di ragazze e ragazzi.
Pagine
128 |
Formato
cm 14×21 |
Anno
2021 |
ISBN
9788865793206 |
Ebook
Sì |
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