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«Ho capito che si può vivere in un mondo senza padroni, ma a condizione che chi sta sotto faccia un passo avanti, alzi la testa, si assuma delle nuove responsabilità, preparandosi, studiando, migliorando». (Gianni Usai)
Il Sessantotto ha svegliato coscienze e intelligenze e gli anni Settanta del secolo scorso hanno cambiato il Paese, nella cultura, nei costumi, nella politica. Molte delle speranze di allora si sono rivelate illusioni, altre sono entrate in modo profondo e incancellabile nella vita delle persone. Gianni Usai era in quegli anni sindacalista a Torino, impegnato in fabbrica e nella politica. Poi sono venuti riflusso, delusioni, cambiamenti. Ma non è stata una sconfitta, bensì un lungo percorso culminato nel ritorno in Sardegna e nella costituzione di una cooperativa di pescatori, originale, vitale, anche allegra. L’intreccio della vicenda individuale con quella collettiva di una generazione è il cuore di questa lunga conversazione di Usai con Loris Campetti, altro testimone di quegli anni da un osservatorio privilegiato e particolare come quello del quotidiano il manifesto.
Pagine
144 |
Formato
cm 11×16 |
Anno
2014 |
ISBN
9788865790328 |
Ebook
Sì |
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