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Da sempre, l’ultima figlia di Edipo incarna il conflitto tra libertà e potere. Un conflitto radicale, inconciliabile, destinato all’annullamento di uno dei contendenti: alla morte di Antigone o alla delegittimazione di Creonte.
Creonte è un tiranno cinico e senza pietà o un governante attento alle sorti della città? E Antigone è un simbolo di libertà e di difesa dei diritti fondamentali o una ribelle senza progetto destinata alla sconfitta?
La tragedia di Sofocle continua a parlare alla modernità. E il conflitto che in essa va in scena attraversa le più drammatiche vicende contemporanee: il caso Moro, il terrorismo, la tortura e il carcere, il significato e i limiti della disobbedienza civile (da ultimo esplosa a fronte della chiusura dei porti italiani a migranti salvati in mare). Sullo sfondo i dilemmi di sempre: autorità e libertà, diritti e potere. Su questi temi, a cavallo tra giustizia e politica, si confrontano – l’uno a sostegno di Antigone, l’altro di Creonte – due magistrati che hanno vissuto intensamente le vicende degli ultimi decenni del Paese in settori diversi della giurisdizione.
Dall’indice: Prologo. Ci sono più Antigoni – I. Antigone e Creonte: realtà e simboli – II. Il ruolo di Creonte, ovvero il dovere di governare – III. Obbedienza e disobbedienza nella polis – IV. L’irriducibilità di Antigone: ribelle senza progetto? – V. La giustizia e i giudici – VI. Concludendo: tra eresia e riforma.
Pagine
128 |
Formato
cm 12×17 |
Anno
2019 |
ISBN
9788865792124 |
Ebook |